Onorevoli Colleghi! - Le problematiche poste dal comparto erboristico hanno radici che risalgono al secolo scorso. Una vicenda annosa che si trascina alla fine di ogni legislatura in infinite ed evidentemente sterili discussioni tra opposti punti di vista su un medesimo problema; in puntigli che vorrebbero trovare motivo di essere in ipotesi scientifiche e che, troppo spesso, della scienza propongono soltanto gli aspetti che fanno comodo.
      Una situazione di lacuna normativa della quale fanno le spese oltre 5 milioni di consumatori, cittadini contribuenti, che devono potere avere la libertà di scegliere senza essere obbligati, con il pretesto della scienza, a consumismi dominati dall'artificiale, dal sintetico, dal modificato geneticamente.
      Ecco allora la necessità di un intervento legislativo che dia:

          1) una definizione dell'oggetto «prodotto erboristico»; una definizione diretta, non per adversum, indicando ciò che tale prodotto «non è»;

          2) una definizione puntuale dell'elemento personale: chi è l'erborista e quali titoli accademici occorrono a formarne la professionalità;

          3) una definizione precisa dell'elemento ambientale: quale luogo può essere definito «erboristeria».

 

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